domenica 4 marzo 2012

Tibor Déry - Il mondo alla rovescia

Tibor Déry
Un giorno, grazie ad amici, lessi questo libro: "Il signor A.G. nella città di X" di Tibor Déry.
Devo dire che ne rimasi profondamente colpito. Il suo autore per me era uno sconosciuto (ammetto la mia ignoranza della letteratura ungherese).
Questo particolare romanzo può essere definito il testamento, in versione surreale, dell'autore stesso.


Ma chi era Tibor Déry? Uno scrittore ungherese nato alla fine dell' '800 e morto nel 1977 a Budapest.
La sua vita fu un calvario, cacciato dall'Ungheria durante la prima istituzione, nel 1919, del regime filobolscevico di Béla Kun, in quanto d'orientamento liberale, Déry torna in patria nel 1926 e parte per una serie di viaggi nell'Europa occidentale. Nel frattempo s'avvicina all'ideologia comunista.
Salito al potere il filofascista Ammiraglio Horthy, nel 1939, di nuovo Déry deve fare le valige per la traduzione, quello di traduttore era la sua occupazione dopo i viaggi fatti in Francia, Italia e Germania, di un romanzo di André Gide non gradito dal regime di Horthy.
Budapest, Rivolta del 1956


Tornato di nuovo in patria, partecipò alla resistenza contro i tedeschi. Rimase a Budapest anche dopo l'arrivo dell'Armata Rossa. Comunista eterodosso nel 1956 s'avvicinò alle posizioni antistaliniste di Imre Nagy. Dopo la tragica esperienza della Rivolta ungherese, repressa nel sangue dalle forze "amiche" del Patto di Varsavia, Déry viene imprigionato per quattro anni, anche se condannato a nove anni, e graziato nel 1961.
Durante la prigionia ebbe l'ispirazione per il suo romanzo "Il signor A.G. nella città di X", poi pubblicato nel 1963.


Questo romanzo viene dopo il suo più famoso: "Niki, storia di un cane", romanzo realista e antistalinista, sulla vita di un cane nell'Ungheria al tempo di Stalin e che fu pubblicato nell'anno della rivolta. Niki storia di un cane lo portò all'attenzione del filosofo Gyorgy Lukàcs, già celebre per i suoi studi sull'estetica del realismo.
Il signor A.G. nella città di X invece supera il realismo, con la visione del mondo nuovo che il protagonista incontra in una irriconoscibile Budapest chiamata semplicemente X.
Spesso accostato al romanzo kafkiano, il romanzo di Dery viene considerato un'opera "distopica".
La letteratura distopica è la versione negativa di quella utopica. La città di X ha le stesse caratteristiche dell'isola di Utopia di Thomas More o la Città del sole di Tommaso Campanella, ma l'aspetto di Eden che caratterizzano i due luoghi immaginari degli utopisti del Rinascimento, in Dery si trasformano in un labirinto di valori rovesciati, non sempre comprensibili, spesso non condivisibili, che il signor A.G. vive, non senza stupore, durante la sua permanenza nella società comunista estremizzata della città di X.


Pieter Brugel, Il paese di cuccagna
X è il mondo alla rovescia. La città di un eterno carnevale dove i valori della società sono completamente antitetici a quelli che lo stesso protagonista conosce. Ma Kafka è ben lontano da questa visione. Quello di Kafka è un mondo opprimente, privo di regole come nel "Castello" o esageratamente burocratizzato come nel "Processo".
Il mondo di Dery non è privo di regole, ha delle regole nuove, quelle del "Paese di Cuccagna", è un mondo carnascialesco, a suo modo divertente nel grottesco che ne deriva, ma con un retrogusto amaro.
Tutti pensano che il paese di cuccagna fosse il luogo dell'anarchia, ma non era così. Nel Medioevo e Rinascimento questo paese, così ben letterariamente descritto da Boccaccio, aveva delle sue regole ferree e infrangerle portava a brutte conseguenze. I peggiori criminali, in questo bel paese, sono i lavoratori a cui viene impedito di ripetere il reato spezzandogli le braccia e sbattendoli in galera.


Anche nell'anarcoide città di X i ricchi vengono sbeffeggiati in pubblico, si mangia nei ristoranti senza pagare e i processi sono degli spettacoli teatrali, finiti i quali tutti se ne tornano a casa, compreso i condannati che vengono alloggiati in una specie di hotel a cinque stelle chiamato "galera" da dove possono entrare e uscire a loro piacimento.
Budapest dopo la rivolta


Ma il mondo di Déry non è un mondo felice, è un mondo dove se non si capiscono le regole si rischia di essere espulsi ed emarginati. Ma le regole della città di X non sono palesi. Si possono aspettare giorni alla fermata del tram sperando che prima o poi passi di lì.
Il viaggio di Dery-A.G. per arrivare nella Budapest-X passa attraverso chilometri di macerie, le macerie della guerra, della vita e dei valori traditi. Fino ad arrivare in un mondo che non è di questo mondo, un mondo dove non si muore, si sparisce dopo una lunga marcia gioiosa e dove nessuno è infelice per la tua scomparsa.
Una visione estrema di una città che non segue la logica del profitto e non esiste proprietà privata, potrebbe sembrare un paradiso, ma si trasforma presto in un incubo, un posto da cui, come il protagonista bisogna scappare, come da Budapest dopo la rivolta del '56.

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