domenica 1 gennaio 2012

Un'altra attribuzione per La Vergine delle Rocce di Londra: il Giampietrino

Vergine delle Rocce, National Gallery
La "Vergine delle Rocce", con le sue varianti, è uno dei quadri più belli usciti dalla bottega milanese di Leonardo.
In un articolo su Leonardo da Vinci di Andrew Graham-Dixon, pubblicato sul "Telegraph" il 10 novembre 2011, si fa un'affermazione che non condivido: la variante presente alla National Gallery è sicuramente attribuibile alla mano di Leonardo, così come quella del Louvre. Seppur diverse, in molti particolari, per Graham-Dixon sono ambedue di sicura mano del pittore toscano:

"In this case both pictures are certainly by the master, although the later, London version has traditionally been regarded as inferior to its Paris rival"

Le versioni sono decisamente diverse, anche ad un occhio inesperto. Quella francese da sempre è stata creduta di mano del maestro.
La scena avvolta dalla luce del crepuscolo è decisamente leonardesca. La ritroviamo nell'"Annunciazione" degli Uffizi ed anche nella più celebre "Monna Lisa".

Vergine delle Rocce del Louvre
La versione inglese (chiamiamola così) è invece avvolta da una luce lunare che mostra meglio i particolari dei personaggi e la struttura dello sfondo. Diciamoci la verità: è un Leonardo inconsueto, anche se l'autore dell'articolo lo confronta col "Salvator Mundi" e ci trova delle similitudini.

Anche nell'iconografia ci sono differenze importanti. L'angelo che nella versione del Louvre indica al piccolo Gesù la presenza del Battista, in quella della National Gallery si limita a guardare il Bambino senza indicare San Giovannino.
Nella versione inglese i personaggi hanno l'aureola e San Giovanni il classico bastone dell'eremita con la croce, tutte cose che non appaiono in quella francese.

Esuliamo per un momento da questa "querelle" e cerchiamo una strada alternativa. Potrebbero essere due mani diverse, anzi per me lo sono sicuramente, la "Vergine delle Rocce" della National Gallery e di un'altra mano. Ma di chi potrebbe essere? Tra i leonardeschi lombardi DOC, io eliminerei sia il Luini che il Boltraffio. I due hanno una mano diversa, sono molto più autonomi  nello stile di altri allievi come Cesare da Sesto, il Giampietrino o il Salai che sono meno originali e più vicini alla mano del maestro.
Naturalmente questo non è un argomento valido per escludere sicuramente i primi due.
Ma adesso conviene concentrarsi su Leonardo della tela del Louvre e le differenze con la versione di Londra.
La "Vergine" di Parigi tende allo"sfumato", nella versione londinese, invece, tutti gli oggetti dello sfondo sono perfetti, una luce lunare li illumina e li definisce perfettamente.
Non dobbiamo spiegare in questa sede quanto lo sfumato fosse importante per Leonardo, basti guardare la composizione e i colori della "Monna Lisa" per rendersene conto.
In questo periodo Leonardo è a Milano ma si è portato dietro un allievo della sua scuola lombarda: Giovanni Ambrogio De Predis.
Fra il 1483 e il 1486 il dipinto sarà pronto per essere collocato su l'altare della chiesa della Confraternita che l'aveva commissionato.

Giovanni Ambrogio De Pedris, San Sebastiano
In molti ormai sono sicuri che il De Predis collaborò con il maestro per questa tela . Il De Predis lavorava soprattutto come ritrattista per la Corte degli Sforza. In questa ultima veste non fu molto originale, rimasto com'era ai modelli di Piero della Francesca, al massimo botticelliani se non quelli di ambito ferrarese. Ma durante la sua frequentazione di Leonardo acquisì una certa padronanza delle fisionomie leonardesche come si vede nel "San Sebastiano".
Si può tranquillamente accettare l'ipotesi di una collaborazione maestro-allievo per la tela del Louvre.

Potrebbe essere la versione di Londra di mano del De Predis? Cioè una versione della tela senza l'intervento di Leonardo, date le differenze fra le due "Vergini" sopra esposte?  Lo stile non lo confermerebbe. Bisogna cercare allora altrove. Le prima idea, non certo originale, che ho avuto è che possa essere del Giampietrino, soprattutto per i paesaggi molto ben definiti e i colori freddi, mentre gli altri leonardeschi lombardi tendono tutti ad usare lo sfumato.

Un'altra possibilità è riconoscerci la mano di Andrea Solario, ovviamente del periodo leonardesco. Ma anche se non lo escludo completamente, il Solario non frequentava ancora la bottega del maestro al tempo della composizione del quadro.

Gianpietrino, Leda
Se invece confrontiamo la tela di Londra con la "Leda" del Giampietrino, si notano i colori più freddi, i personaggi e lo sfondo più delineati  diversi dagli incarnati di De Predis e i suoi paesaggi. Lo stesso si può dire anche in confronto a quelli di Leonardo in più di un'opera di sua mano.

La "Vergine delle Rocce" della National Gallery di Londra non è di Leonardo da Vinci bensì, molto probabilmente, di Giovanni Pietro Rizzoli detto il Giampietrino.
Con buona pace dei londinesi che si dovranno accontentare di un lavoro di bottega, quasi sicuramente non di mano leonardesca.


1 commento:

  1. Ma no è chiaramente del Boltraffio. Identico l'Angelo con il Gesù Bambino della "Vierge à l’Enfant" del Boltraffio. Documentateevi prima di parlare a sproposito ...

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