venerdì 23 marzo 2012

Il sassofono classico di Florent Schmitt

Florent Schmitt (1900)
La  mia banda suona il rock, diceva una canzone di Ivano Fossati di un po' di tempo fa.
Nel caso di Florent Schmitt si potrebbe parafrasare dicendo: la mia orchestra suona il sax.
Le storie dei due, lo strumento e il musicista, corrono parallele, finché s'incontrano nell'opera  n.66 di Florent Schmitt dal titolo "Légende" per pianoforte e sassofono contralto nell'anno 1916.

Non che prima non fossero stati fatti esperimenti in questo senso, il primo dei quali già nel secolo precedente, Berlioz, amico di Adolphe Sax, scrisse un concerto "Hymne sacrée" (1844), oggi perduto, con l'introduzione del nuovo strumento di Sax, brevettato soltanto nel 1841.
Poi ci furono assidui frequentatori dello strumento, come Singelée, ottocenteschi, ma ancora intrisi di romanticismo.

Con "Légende" il sassofono diventa primo attore di un concerto che lo vede comprimario fino ad un certo punto, poi spicca il volo.
Ancora più difficile e azzardato l'inserimento, in una tessitura pianistica quasi debussyana, del contralto.
E' noto che il sassofono contralto è considerato uno strumento dal suono freddo, rispetto al soprano e al tenore, molto amato dai jazzisti. Grande sassofonista di contralto fu Charlie Parker tanto per fare un esempio illustre.

Dopo "Légende", che è il primo vero pezzo "moderno" con l'inserimento del sax, altri proseguirono in questa strada, anche se il sassofono non è ancora considerato un elemento orchestrale se non per occasionali concerti di autori per lo più contemporanei.
Ma anche la storia di Florent Schmitt è interessante.
Longevo musicista dei tempi in cui in Francia nasceva l'Impressionismo musicale, Debussy, Satie furono suoi contemporanei. Ma il musicista a cui fu più vicino fu forse Maurice Ravel, suo compagno di studi al conservatorio parigino.
René Piot, Locandina della Tragedia di Salomé
Studiò con Jules Massenet e Gabriel Fauré. Ma dopo una serie di viaggi la sua musica acquisì l'influenza di più di una scuola.
A Vienna intessè contatti con Schoemberg e in Germania subì forte l'influenza dei tardoromantici, nelle sue sinfonie è forte l'influsso di Richard Strauss ma anche di Arnold Schoemberg delle "Verklaerkte Nacht", o di certe composizioni per archi di Alban Berg.

Collaborò con Diaghilev nell'occasione della tournée  dei Balletti Russi in Francia. Il corpo di ballo mise in scena nel 1913 il suo poema "La tragedia di Salomè", tra l'altro dedicato ad Igor Stravinskij nella cui opera si possono sentire delle consonanze con quella di Schmitt . La protagonista fu Ida Rubinstein nella sua nuova veste di ballerina classica.
La domanda da porsi è: perché questo musicista è praticamente un semisconosciuto al grande pubblico? Eppure è lo stesso che apprezza i suoi contemporanei Ravel, Debussy, Schoemberg, Fauré etc. etc. facendoli entrare nell'olimpo dei grandi della musica, mentre di Schmitt si conosce a stento, e spesso come una curiosità musicale, il suo "Quartetto per sassofoni" del 1941.

Ebbene nel 1933 Florent Schmitt non nascose le sue simpatie naziste, antisemite e collaborò con il regime di Vichy. Dopo la guerra il suo nome sparì dalle sale di concerto, e fino al 1947 non fu più permessa l'esecuzione in pubblico della musica di Florent Schmitt.
Se Schmitt è caduto nel dimenticatoio, altri artisti e letterati altrettanto compromessi, espiarono un piccolo purgatorio ma poi furono riammessi alla fruizione del grande pubblico come Céline, Heidegger etc.
Florent Schmitt tentò di giustificare il suo comportamento, ma era, ed è, ingiustificabile.
Serge Sudeikin, La Tragedia di Salomè, costume di scena (1913)

Ciò non toglie che la sua opera sia modernissima, più espressionista che impressionista, la sua musica focosa ricorda Wagner, ma misto in salsa dodecafonica, anche se non così estrema come negli austriaci, rivisitato dal neoclassicismo di Stravinskij.
Ma in fondo Schmitt era un solitario, come stile musicale, e dalla sua musica tracima un senso di modernità legata all'antica radice tardoromantica.

Schmitt scomparve nel 1958 senza riabilitazione e la sua musica è conosciuta oggi da pochi specialisti e musicofili curiosi.

Il suo pezzo più interessante, e che lo impose per la prima volta all'attenzione generale fu un corale: "Psaume XLVII", un delirio per coro e orchestra.del 1904, che i più coraggiosi possono ascoltare in questi due video:



E qui la seconda parte

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