lunedì 20 febbraio 2012

I mille volti di Leonardo

Leonardo (?), Ritratto lucano
Il ritrovamento del ritratto di Leonardo da Vinci di Acerenza (Potenza), chiamato anche ritratto Lucano, pone tutta una serie di quesiti lungi dall'essere risolti.

Il primo ovviamente è quello che riguarda il personaggio ritratto su questa tavola. E' veramente Leonardo da Vinci? A colpo d'occhio non paiono esserci dubbi, è la classica raffigurazione del pittore toscano. Anzi direi che è l'iconografia classica del genio di Vinci.

Il secondo quesito riguarda l'autore del ritratto, e qui le proposte sono state molte. In un primo tempo la mano del pittore non viene riconosciuta ed è stato ritenuto di mano sconosciuta, poi si è fatta avanti l'ipotesi che potesse essere forse un autoritratto del pittore.

Il terzo quesito, legato al precedente, è: ma come caspita ci è arrivato in Lucania addirittura un autoritratto di Leonardo?

La prima risposta che appare ovvia, ma forse troppo ovvia, è che si tratti di un ritratto fatto da un pittore coevo di Leonardo, o poco posteriore, e che provenga dalla sua scuola. Ma anche questa soluzione non ci convince completamente.
Come si sa la Scuola leonardesca per eccellenza è stata quella lombarda. Dagli allievi come il De Predis, il Salai, il Luini provengono le maggiori opere dello stile leonardesco in Lombardia. Soltanto Francesco Galli, detto Francesco Napoletano, tradisce un'origine meridionale fra gli allievi leonardeschi che conosciamo.
Francesco Galli, Ritratto di giovane

Come si vede in questo suo "Ritratto di giovane" lo stile di Francesco però si allontana da Leonardo, almeno dal Leonardo ritrattista, quello della "Ginevra" con lo sfumato accentuato. Stilema che manca sia nel ritratto lucano che nei quadri ancora "pollaioleschi" di Ambrogio de Predis, nonostante la vicinanza a Leonardo e una lunga carriera come ritrattista.

Il ritratto (o autoritratto) lucano non sembra nemmeno di scuola leonardesca, anche se fa di tutto per sembrarlo. Gli allievi di Leonardo sono molto più attenti al particolare, molto più ricercatori delle varianti del gioco luci-ombre. Il tutto poco presente nel presunto autoritratto di Leonardo.

In questa tavola si può riconoscere un certo stile manierista più che tardo rinascimentale.
Ma quanti sono i "reali" ritratti di Leonardo? Pochi, anzi forse nessuno tra quelli conosciuti. Nei suoi quadri si è spesso cercato di riconoscere il pittore fra le schiere di Apostoli o santi di tutte le specie. Qualcuno ha pensato che pure dietro la "Monna Lisa" possa esserci celato un suo autoritratto. Ma dalla leggenda alla realtà il passo è lungo.
Disegno di Torino

Il disegno conservato a Torino, quello con il quale sempre si rappresenta il pittore toscano, non è mai stato appurato, con fonti certe, che sia effettivamente il volto di Leonardo invece che il volto di un vecchio o di un apostolo.

Rimangono comunque altri quadri che rappresentano, o vogliono rappresentare il volto di Leonardo.
In primis quello conservato alla Galleria degli Uffizi, ma, pur se creduto un autoritratto per qualche tempo, adesso sappiamo che fu dipinto a posteriori, con un'approssimazione che va dalla fine del '500 e l'inizio del '600. Leonardo era già morto nel 1519.




Si è identificato il Vasari come autore del ritratto degli Uffizi, ma è un'attribuzione poco credibile, dato che lo stesso pittore di Arezzo aveva dipinto, sicuramente di sua mano, un ritratto del pittore di Vinci che si trova a Casa Vasari, insieme ad altri ritratti ideali dei più grandi pittori, molti dei quali riprodotti nelle incisioni a corredo delle sue "Vite dei pittori".
Ebbene il Leonardo di Vasari non somiglia affatto a quello degli Uffizi.

E' difficile che uno stesso pittore traduca su tela o su affresco due ritratti così diversi dello stesso soggetto.

Vasari (?), Ritratto degli Uffizi
Anche se a livello iconografico ormai la figura di Leonardo, al tempo del Vasari, aveva una sua fisionomia prefissata: quella del genio, saggio e con la lunga barba bianca, quella del ritratto di profilo di Cristofano dell'Altissimo, ripreso dallo stesso Vasari nell'affresco di casa sua.

Lontano come stile dal ritratto lucano, quanto a quello degli Uffizi, da alcuni ritenuto di sua mano. L'unica cosa che li rende simili, e diversi dal ritratto lucano, è lo stesso sguardo ferino e indagatore, mentre nel ritratto lucano cede il posto ad un'espressione più sognante, forse data dall'occhio ceruleo.
Ma come in tutto quello che riguarda i pittori dai primordi del Medioevo all'età di Michelangelo, conviene leggere la sua "Vita" scritta dal Vasari e cercare, tra le spuntature qualcosa di non letto, non notato sul presunto ritratto ( o i ritratti) di Leonardo da Vinci.
Ad esempio è molto importante questa testimonianza, avuta dal Vasari da uno degli allievi più cari a Leonardo: Francesco Melzi che parla dell'eredità che ha avuto dal suo maestro, a cominciare dai codici sull'anatomia.

Giorgio Vasari, Ritratto di Leonardo
"...di queste carte della notomia degl'uomini n'è gran parte nelle mani di Messer Francesco da Melzo, gentiluomo milanese, che nel tempo di Lionardo era bellissimo fanciullo e molto amato da lui, così come oggi è bello e gentile vecchio, che le ha care e tiene  come per reliquie tal carte insieme con il ritratto della felice memoria di Lionardo"


(Giorgio Vasari, Vita di Leonardo da Vinci)

Qual'è il significato dell'ultima frase? Cos'è il "ritratto della felice memoria di Lionardo"? Una metafora letteraria di Vasari o si riferisce ad un ritratto reale?
Qualche commentatore delle "Vite" sicuramente saprà rispondere, ma se si trattasse di un autoritratto, magari quello del famoso disegno di Torino, ma perché  dovrebbe essere proprio un disegno?

Cristofano dell'Altissimo, Ritratto di Leonardo
La frase di Vasari parrebbe indicare che il Melzi ha "le carte" del trattato di anatomia "e tiene come per reliquie tal carte" e poi pare aggiungere "insieme con il ritratto" di Leonardo. Quindi sono due cose separate le carte e il ritratto.
Del Melzi abbiamo anche una sanguigna che ci consegna, probabilmente, l'unico ritratto di Leonardo da Vinci, almeno l'unico che riporta le vere fattezze del maestro.

Questo disegno, a mio avviso, mette in secondo piano quello di Torino, autografo leonardesco, ma non troppo somigliante al ritratto del Melzi, da cui derivano i "Leonardi" di Cristofano dell'Altissimo e quello di Vasari, se non per altro perchè tutti e tre sono rappresentati di profilo.

Francesco Melzi, Ritratto di Leonardo
C'è una differenza fra i vari volti dei tanti ritratti di Leonardo, uno è abbastanza palese:
Nei ritratti, ideali, di Cristofano, Vasari e quello degli Uffizi c'è una somiglianza: il naso aquilino. Mentre nel ritratto di Melzi e quello lucano il naso è tutt'altro che aquilino.

E se il ritratto lucano fosse opera di Francesco Melzi? Il passo di Vasari non è molto chiaro, e possiamo anche interpretarlo in maniera diversa cioè il "ritratto della felice memoria di Lionardo" potrebbe essere quello del disegno del Melzi oppure, perché no, proprio il ritratto lucano.

Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, dato che per quanto ne so, non esistono documenti che attribuiscano sicuramente il ritratto (o autoritratto) lucano alla mano del genio toscano o ad altri pittori, ma sicuramente il mistero è tutto leonardesco, come al solito.

1 commento:

  1. Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti e Gesù avendo una intelligenza simile hanno avuto un volto simile verso il termine della vita, avvenuta ad età differenti. La Gioconda è un ritratto ideale, un gioco di prestigio, un'illusione ottica che rimanda al volto di Leonardo e a quello della Sindone. Cfr. Ebook . (amazon): Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo.

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