mercoledì 8 febbraio 2012

La croce sulle monete - terza parte -

Soldo di Ottone III (X secolo)
Dopo aver scorrazzato fra le monetazioni orientali, poi occidentali e di nuovo orientali con quelle dei regni crociati, ci siamo ripromessi di tornare il più indietro possibile nel tempo per trovare le prime monete col simbolo della croce dominante sul verso della moneta.
Il soldo di Ottone III che vediamo qui, che è del X secolo, di croci ne ha due, una patente nel verso e una potenziata nel recto, anche se la seconda non occupa tutta la faccia della moneta.
Abbiamo visto che nella monetazione dei regni barbarici le croci sono ampiamente diffuse già da secoli precedenti fino al IV secolo nelle monete degli axumiti, ma quando fu che la croce divenne l'iconografia prevalente in una faccia della moneta?
Fu davvero il periodo ottoniano o possiamo risalire nei secoli?
Denaro di Le Puy  (X secolo)
Questo denaro anonimo, emesso dalla zecca dell'Aquitania durante il regno di Lotario I, tra il 924 e il 955, è di poco, forse, più antica della precedente, ma sempre del X secolo.

Una faccia ha una vistosa croce patente e nell'altra presumibilmente una stella, o una croce a sei braccia?
Col nome di pouegioise fu diffusa anche in Palestina fino al XII secolo.

Ma andando nella direzione dei sovrani carolingi troviamo delle monete ormai con croci patenti o potenziate nel secolo precedente, il IX secolo, come si vede da questo Dinier di Ludovico il Pio moneta battuta da una zecca ignota fra l'822 e l'840.

Dinier di Ludovico Pio (IX secolo)
In questa moneta il cristianesimo trionfa, da un lato la croce con la legenda HLVDOVICVS IMP, ma nell'altra faccia, al posto delle solite raffigurazioni di vittorie alate o il busto di Ludovico, la raffigurazione di un tempio tetrastilo, ancora di fattura imperiale romana, cristianizzato con una croce al centro del tempio e un'altra croce sopra il frontone, anche questo di pregevole fattura classica. La legenda è chiara XPISTIANA RELIGIO. Ludovico era il figlio di Carlo Magno e aveva partecipato alle guerre contro Al-Andalus in Spagna.

Ma il vero "trionfo della croce", avviene qualche secolo più tardi con i sovrani francesi, spagnoli e inglesi
Moneta vichinga del periodo di Canuto I (XI secolo)
Intanto gli stessi vichinghi tornano a sparigliare le carte in tavola: la croce di questa moneta del tempo di Canuto il Grande (XI secolo) ha strabordato addirittura la legenda e le braccia arrivano a toccare il bordo della moneta creando una tipologia di croce ancora non vista nelle monetazioni precedenti.

Infatti per trovare croci simili a questa bisogna saltare qualche secolo ed arrivare, ad esempio alle monete scozzesi di Alessandro III, siamo già nel XIII secolo ormai ma si vede bene la filiazione con la precedente vichinga.

Penny scozzese (XIII secolo)
Ovviamente procediamo per secoli visto che la croce tra il IX e il XIII secolo è diventata protagonista della moneta.

Mettiamo qua sotto il "Coronato" dei re aragonesi in Italia, con la sua bellissima croce potenziata.

Il periodo di questa moneta, di zecca napoletana, è la metà del XV secolo, durante il regno di Ferdinando I d'Aragona, re di Napoli.
Coronato Ferdinando d'Aragona (XV secolo)


Forse il coronato è una delle più belle monete, a mio modo di vedere, fra tutte le monete medievali, e molto del fascino gli viene attribuito dalla bellissima croce potenziata.

Ormai si può dire che la croce è diventata una faccia obbligatoria nelle monete dell'occidente medievale ma anche per gran parte del rinascimento.
Ma come abbiamo visto l'odissea del vessillo crociato sulle monete parte lontano nel tempo, nel IV secolo, in periodo tardo romano, ma anche lontana geograficamente, quasi in contemporanea a Roma, nel lontano regno etiope di Axum.

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