sabato 7 aprile 2012

La piccola storia di Franco

Isola  delle Bambole
...appena si furono lasciati, il cavalier B. andò a caccia di informazioni: esse non furono magnifiche.

Era curioso di conoscere un po' il suo uomo; poteva senza sconvenienza fargli una visita? I pochi ragguagli che poté ottenere non erano incoraggianti.

-E' spaventoso- disse al suo padrino -E' impossibile ch'io confessi d'essermi battuto con un semplice borghese marito della duchessa F.d.C., e ancora che il mio cocchiere m'ha preso i miei biglietti da visita.-
-E' certo che in tutto ciò v'è possibilità di ridicolo-

La sera stessa il Cavalier B. e il suo amico dissero qua e là che quel signor M., che era poi un giovane molto perbene, era figlio naturale d'un amico intimo del duca-padre. Questa notizia fu accolta senza troppe difficoltà. Una volta che ciò fu cosa convenuta, il giovane diplomatico e il suo amico si degnarono di fare qualche visita a F.C., nei quindici giorni che egli passò in camera.

All'Opera il cavaliere di B. lo presentò al famoso cantante che vi riportava successi immensi.
F. faceva quasi la corte al cavaliere; quel misto di rispetto per se medesimo, d'importanza misteriosa e di fatuità, lo affascinava. Per esempio il cavaliere tartagliava leggermente perché aveva l'onore di trovarsi spesso con un gran signore che aveva questo difetto.


F.C. non aveva mai trovati riuniti in una sola persona il ridicolo che diverte e la perfezione delle maniere che un povero provinciale deve cercar d'imitare.
Lo si vedeva all'Opera insieme col cavaliere di B.; questa intimità fu occasione che lo si nominasse.
-Ebbene- gli disse un giorno il duca-figlio -eccovi dunque figlio naturale d'un ricco gentiluomo dell'Insubria, intimo amico di mio padre!-

Il duca interruppe F., che protestava di non aver contribuito in alcun modo ad accreditare la voce.
-Il signor B. non ha voluto essersi battuto col figlio di un poliziotto.-
-Lo so, lo so,- disse il duca -tocca ora a me dar consistenza a questo racconto, che mi fa buon gioco. Ma debbo chiedervi un favore, che non vi costerà che una mezz'ora del vostro tempo: tutte le sere d'Opera, alle undici e mezzo andate nel vestibolo ad assistere all'uscita del bel mondo.

Avete ancora qualche volta qualche maniera provinciale, bisognerebbe liberarsene; d'altra parte non è male conoscere, almeno di vista, qualche persona altolocata presso cui posso un giorno darvi qualche missione. Passate all'ufficio dei biglietti a farvi riconoscere, è stato preso l'abbonamento per voi...-

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