giovedì 29 marzo 2012

Johann Zoffany autoritratto con condom


Johann Zoffany, Autoritratto
Leggendo un post su Art History News ho scoperto questo originale autoritratto di Zoffany.
Originale la composizione formale: il pittore, abbandonato tavolozza e pennelli, si sta vestendo con un saio da francescano.

Questo autoritratto si trova nella Galleria di Parma. Il pittore settecentesco di Francoforte, ma italiano nell'anima, ha inserito vari oggetti nel quadro. Tavolozza e pennelli li abbaiamo già citati, ma ciò che ci colpisce di più è la mensola che compare sulla destra del dipinto.
Si vedono bene alcuni oggetti devozionali come il rosario di legno che pende attaccato sotto la mensola.
Sopra la mensola, accanto ad un piccolo bicchiere e una bottiglia, nella migliore tradizione olandese-fiamminga, compare un teschio, anzi il teschio del "memento mori".

Ma cos'è quell'oggetto che pende a sinistra del rosario? A prima vista sembra un moderno preservativo!
Certo che per capire meglio se lo è o no, abbiamo ottenuto un ingrandimento, purtroppo di bassa qualità, ma pare veramente un antenato del preservativo attuale.
Guardando meglio si nota che gli oggetti a forma di condom sono due, uno sopra l'altro.

Autoritratto (part.)
Ovviamente il quadro va letto in maniera allegorica, ma quale? Ha veramente dei significati nascosti ( o palesi)?
La diffusione dell'iconologia, grande merito di Aby Warburg, si sta ritorcendo su se stessa? Se l'iconologia è nata per disambiguare (come dicono i semiologi) un testo iconografico, ha diffuso la possibilità di stravaganti supposizioni offerte come certe, specialmente in rete, ma anche presso il grande pubblico internazionale.

Il caso più eclatante di questa distorsione è Dan Brown che, con supponenza e verosimiglianza, introduce dati iconologici palesemente falsi e culturalmente pericolosi data la diffusione del suo romanzo.
Devo ammettere che io stesso spesso mi lascio incantare da queste letture "oltre", magari un po' azzardate, ma dato l'esiguo pubblico ho la speranza che certi voli pindarici della mia fantasia siano pressoché ignorati.

Ma torniamo al nostro Zoffany e al suo strano autoritratto. Ma prendiamo in particolare il soggetto che ci interessa cioè la "natura morta" che si trova a lato del pittore.
Esaminiamo gli oggetti partendo da quelli sopra la mensola. Un piccolo bicchiere e una bottiglia, un mazzo di carte e un teschio.
Sotto la mensola: un paio di contraccettivi maschili, un rosario di legno abbastanza semplice e una piccola riproduzione della "Venere di Urbino" di Tiziano. Si può capire qualcosa da questo assemblaggio di oggetti e di "eventuali" simboli?
Johann Zoffany, La Tribuna degli Uffizi
Intanto non si può che ammirare la perizia del pittore, è quasi una natura morta stile olandese, alla Frans Hals per capirci. Io noto una disposizione di abbastanza semplice interpretazione (forse troppo semplice?). Partendo dal bicchiere, che non è un vero bicchiere, ma uno di quelli che oggi chiamiamo "da rosolio" (ma chi ce l'ha più il rosolio in casa?).

Per me il bicchiere e la bottiglia vanno insieme, interpretati come un soggetto unico: un soggetto di carattere sacro, il Vinsanto e il suo bicchiere. Accanto un soggetto profano, le carte da gioco. Più a lato un teschio, il teschio dell'eremita del "Memento mori", un altro oggetto, o simbolo, sacro. Sotto la mensola l'esatto opposto, due condom, un rosario e la "Venere", profano-sacro-profano.
Questo riferimento alla Venere di Tiziano ci porta al più famoso quadro di Zoffany intitolato "La Tribuna degli Uffizi".
Questo quadro ritrae molti capolavori ancora oggi radunati nel museo fiorentino. Fra gli altri si riconoscono abbastanza bene Andrea del Sarto, Rubens, Raffaello, Correggio, Sustermans (il ritratto di Galileo), Carracci, Reni etc. Ma in primo piano spicca proprio la Venere di Urbino di Tiziano, come nell'autoritratto.

Cercando di seguire l'interpretazione dell'autoritratto di Zoffany, guardiamo adesso proprio il personaggio centrale. Il pittore si è ritratto mentre si sta mettendo (o togliendo?) un saio da frate francescano. Che significa?
Ha forse a che vedere con gli oggetti sulla mensola? Forse il pittore è legato ai preservativi, le carte e la Venere? E di conseguenza il saio sarebbe legato al vino (rosolio o Vinsanto che sia), il rosario e il teschio.
Johann Zoffany, Giocatori di carte
(The Dutton family)
Quindi sacro e profano misti ma con un ordine preciso che li alterna.

Ipotesi suggestiva, ma non più di tanto, allora prendiamo la versione iconologica più semplificata. Forse, come spesso succede, la più prossima alla realtà dello studio di un pittore. Insomma oggetti da studio pittorico: il teschio per i santi eremiti, il rosario per vari quadri devozionali etc., bottiglia bicchiere e carte per tele di genere.

Anche il teschio ritorna in un altro "Autoritratto" del pittore tedesco, insieme a nuovi oggetti riferiti al suo mestiere come una riproduzione di un manichino anatomico "spellato".
Ma in realtà Zoffany è un ritrattista della nobiltà europea, un pittore di teatro. Celebri i suoi ritratti degli attori shakespeariani del '700, in particolare inglesi come David Garrick, impegnati nella recita di varie opere, specialmente del poeta di Stradford on Avon.

Johann Zoffany, Autoritratto
Ma ci siamo scordati dei profilattici. Ma sono veramente ciò che sembrano? Il fatto che siano "aperti" è ovvio che in quel periodo il profilattico non era monouso.
Senza voler fare adesso una storia del contraccettivo, sappiamo che nel Castello inglese di Dudley fu scoperto il primo contraccettivo moderno del 1640.

Questo era fatto di budello d'agnello, quindi al tempo di Zoffany erano già stati inventati. Ciò che è divertente è comunque la loro presenza in un quadro di un pittore che non è certo celebre per le sue divertenti invenzioni.
Invece in questo caso pare un pittore originale e forse divertito dal nostro stupore.
Noi che siamo ancora legati ad una "pruderie" vittoriana che al tempo dell'Illuminismo non era contemplata.
Il secolo dei Lumi era anche quello dei Casanova, dei Lorenzo Da Ponte e gli altri seguaci del libertinismo fino al caso estremo, ma sempre contemporaneo di Zoffany, del Marchese D.A.F. de Sade.
Insomma un'altra visione della morale sessuale. Che male c'è allora nell'esibizione di un oggetto di uso frequente, tanto quanto il rosario o la bottiglia di rosolio?
Ma saranno veramente ciò che sembrano?

Nessun commento:

Posta un commento